Con “Fallen Princess“, progetto realizzato nel 2007, ha rappresentato in chiave ironica le protagoniste delle fiabe, mostrando cosa probabilmente accadrebbe loro nella vita reale, senza la patina fiabesca e romantica che le ha sempre caratterizzate.
Ed è così che scopriamo Biancaneve, moglie trascurata da un marito nullafacente e madre a tempo pieno, oppure la Sirenetta esposta in un acquario, Pocahontas rinchiusa in casa con i suoi innumerevoli gatti, ma anche Jasmine e Raperonzolo, obbligate a lottare per la loro stessa vita, la prima in guerra, la seconda contro un grave problema di salute.
Col secondo progetto realizzato nel 2012 “In The Dollhouse“, l’attenzione è incentrata sulla coppia più famosa e ammirata dalle bambine (ma non solo): Barbie e Ken.
In questi scatti viene mostrata la loro vita apparentemente perfetta, che cela in realtà solitudine, insoddisfazione e tristezza, per via dei ruoli/canoni imposti comunemente ad entrambi i personaggi: moglie e donna perfetta, marito e uomo perfetto. Situazione che allo scatto finale porterà ad un tragico epilogo.
Intervista alla fotografa:
Cosa ha ispirato questo lavoro?
Sono state le mie figlie a ispirare entrambi i lavori. Ho cominciato a pensare a Fallen Princess quando mia figlia Jordan aveva 3 anni e contemporaneamente a mia madre era stato diagnosticato un tumore al seno. Jordan era nella fase “principessa” e noi leggevamo, guardavamo ed eravamo sopraffatte dalle principesse di Walt Disney. Ho cominciato a immaginare ciascuna di loro come un’adulta con i suoi problemi. Come sarebbe stato se fossero state donne reali che vivono le sfide del mondo e si confrontano con i temi contemporanei?
In the Dollhouse è la continuazione del mio studio dei giochi di massa e delle icone femminili. Mia figlia Zoe è saltata direttamente alle Barbie seguendo sua sorella più grande, che con le bambole mette in scena personaggi e storie. Nonostante il mio lavoro esamini come le menti più giovani, soprattutto femminili, siano influenzate da queste figure culturali, in realtà il mio è un progetto creato per gli adulti e non per i bambini.Credi nella coppia perfetta?
Assolutamente no! E lo dico perché la perfezione non esiste! La perfezione è un’illusione. Sto con mio marito da vent’anni e parlo quindi per esperienza diretta. Un buon matrimonio richiede lavoro. Si tratta di due individui che vivono insieme e respirano sempre la stessa aria. Si parla di compromesso e compassione. E tolleranza… Molta tolleranza. Jonas, mio marito, ha una lista di cose su cui vuole che io lavori. E io ho la mia lista per lui! Ora come ora abbiamo dei bimbi piccoli e quindi la nostra priorità è la sopravvivenza!Consigli per essere una donna autentica?
Oggi il mio consiglio per le giovani donne è di concentrarsi su ciò che ami e provare a farne il tuo lavoro. Focalizzati sulle tue qualità migliori e sii realista sui tuoi talenti. L’etica del lavoro è importante. Sii disposta a sperimentare ogni specie di lavoro, più o meno importante che sia. E sii paziente, perché ci vorrà un po’ prima che tu ne possa trarre beneficio. Credo che con la formazione e la determinazione ciascuno di noi possa diventare ciò che desidera.
Intervista rilasciata a Cosmopolitan.it.